Gli scarabei stercorari

Tra i coleotteri più preziosi, probabilmente tra gli insetti maggiormente utili,
troviamo gli "scarabei della cacca".
Il loro lavoro principale:
trasformare lo sterco in materia prima per nutrire la terra
e tutti gli organismi che da essa nasceranno.

Le abitudini degli scarabei stercorari


Gli scarabei stercorari oltre a nutrirsi di sterco, possono aggiungere alla loro dieta muffe, funghi, organismi animali e vegetali in decomposizione. Oltre a distinguerli in base alle loro preferenze alimentari o al loro habitat*, gli scarabei si possono suddividere anche in base al tipo di nido che costruiscono per accogliere le palline di sterco dove si svilupperanno i loro piccoli. Ci sono gli scarabei stanziali (dwellers) che scavano dentro la massa di sterco o appena sotto di essa. Gli scarabei scavatori di gallerie (tunnelers) che creano dei tunnel in profondità nel terreno sotto l'ammasso di letame. Gli scarabei rotolatori (rollers) che spingono le loro palline lontano dalla fonte principale di nutrimento. E poi ci sono i cleptocopridi (dal greco kleptein = rubare e kopros= sterco) ossia i ladri di palline o di nidi costruiti da altri stercorari.
Gruppi funzionali degli scarabei stercorari
Cumulo di sterco

Scarabei stanziali

Gli scarabei stanziali* o dwellers appartengono al gruppo degli Aphodiidae: piccoli scarabei di circa 1cm. La loro caratteristica è quella di scavare direttamente nell’ammasso di sterco dove le femmine lasciano numerose uova. Lo sviluppo dei nuovi nati avviene perciò all'interno dei cumuli di letame da cui potranno emergere una volta adulti.
Anoplotrupes stercorosus - Geotrupidae

Scarabei scavatori

Gli scarabei "scavatori di gallerie" o tunnelers, soprattutto Geotrupidi e Scarabeidi, costruiscono gallerie di solito sotto l'ammasso di sterco. Queste tane nascoste dai predatori sono riempite dalle femmine, a volte anche dai maschi, con una o più palline di sterco (il numero varia a seconda della specie). All'interno di queste palline sarà deposto un uovo: la larva* che nascerà avrà così a disposizione il nutrimento necessario per effettuare lo sviluppo che consiste nella metamorfosi* da larva a pupa* ed infine insetto adulto.
Sisyphus schaefferi - Scarabaeidae Coppia di Sisyphus schaefferi che trasportano una pallina di sterco

Scarabei rotolatori

I rollers (rotolatori) sono gli scarabei del gruppo Scarabeidi che appallottolano lo sterco e lo fanno rotolare, spingendolo con le zampe posteriori, lontano dalla zona di raccolta. Poi lo infossano sottoterra per mangiarlo o utilizzarlo per scopi riproduttivi. A seconda della specie uno dei due partner dà inizio alla formazione della palletta di letame: questo rituale di solito è usato dai rollers per attirare il partner di sesso opposto. La pallina sotterrata può essere in parte utilizzata come cibo e in parte plasmata dalla femmina in piccole masse piriformi* dove, ad accoppiamento avvenuto, può deporre l'uovo.  In alcune specie entrambi i genitori o quantomeno la femmina possono rimanere ad accudire la progenie* fino a stadi anche avanzati dello sviluppo.

Le fatiche di Sisifo

Uno dei più comuni scarabei stercorari che si possono incontrare è Sisyphus schaefferi, un roller. Maschio e femmina collaborano nel far rotolare la pallina di sterco verso una piccola galleria del terreno. 
Il nome dato a questo scarabeo deriva dalla mitologia* greca: Sisifo, fondatore della città di Corinto, era un uomo scaltro che più volte  aveva sfidato Zeus e gli dei del Monte Olimpo. Per punirlo  le divinità lo condannarono per l'eternità a spingere un masso* in cima a un monte dal quale questo rotolava nuovamente giù a valle, costringendo Sisifo a ricominciare l’impresa...un pò come accade ai coleotteri del filmato.

Lo scarabeo sacro

Una delle divinità più importanti dell’Antico Egitto era il dio Khepri, il sole del mattino, raffigurato come uno scarabeo oppure in forma umana con uno scarabeo al posto della testa.

L' associazione tra dio e scarabeo era dovuta probabilmente al fatto che come Kephri spinge il sole attraverso il cielo permettendogli di sorgere così lo scarabeo spinge la sua palla di sterco che poi scompare dall’orizzonte quando viene sepolta. In seguito dalla terra emerge nuova vita come dal nulla e allo stesso modo Kephri trasforma e crea: il suo nome significa "Colui che ha origine da sé stesso" e deriva dalla parola egizia kheper = accadere, creare. Gli antichi Egizi ritenevano, infatti, che si fosse generato spontaneamente rappresentando, perciò, la scintilla iniziale della creazione.

Così a partire dal 2300 a.C. lo Scarbaeus sacer, scarabeo stercorario diffuso in Egitto, divenne sacro e iniziò la sua diffusione sottoforma di amuleti * , gioielli in materiale pregiato vario e incisioni associate alla divinità Kephri.

Scarabeo sacro (Scarabaeus sacer)
Amuleto a forma di scarabeo in steatite

Il caso "Australia"

Quando l’Australia si staccò dalle terre del Gondwana circa 100 milioni di anni fa, gli unici grossi erbivori dominanti appartenevano al gruppo dei dinosauri. Mentre a questi grandi animali in Eurasia si sostituirono i mammiferi placentati, nel territorio australiano furono i mammiferi marsupiali ad evolversi e a prendere il sopravvento.
Perciò, alla fine del XVIII secolo, quando gli europei iniziarono il processo di colonizzazione dell’Australia portarono con sé i propri capi di bestiame dall’Europa (prevalentemente bovini) non essendo presente questo tipo di mammiferi nel nuovo continente.
I nuovi animali importati rilasciavano sul terreno un nuovo tipo di letame che non era smaltito velocemente, come in Europa, a causa dell’assenza di scarabei specifici a tale scopo. Gli scarabei australiani mostravano, infatti, preferenze diverse essendo adatti a cibarsi di piccoli escrementi asciutti e fibrosi come quelli rilasciati dai mammiferi marsupiali. Lo sterco dei bovini si accumulava seccandosi all’aria aperta e soffocando la vegetazione; in più diveniva sede di riproduzione di insetti pericolosi per la diffusione di malattie infettive come la mosca succhiasangue Haematobia irritans e la mosca del bush australiana (Musca vetustissima).
George Bornemissza

Solo verso la fine del 1950 l’entomologo ungherese George Bornemissza, da poco in Australia, si accorse dell’enorme quantità di sterco vecchio che copriva la terra, cosa che lo stupì enormemente non avendo mai visto una situazione analoga sul suolo europeo. Suggerì quindi che si sarebbero dovuti importare scarabei stercorari adatti allo smaltimento del letame bovino e avviò un progetto di ricerca (Australian Dung Beetle Project 1965-1985) presso la Divisione di Entomologia di Canberra per individuare le specie più adatte a tale scopo.

Il progetto: "Australian Dung Beetle Project 1965-1985"

Questo progetto costituisce uno dei più grandi raggiungimenti della scienza australiana grazie all’impatto avuto sull'agricoltura sostenibile. Durante la lunga ricerca numerose specie di scarabei stercorari provenienti da più parti del mondo (Europa, Hawaii, Africa, ecc.) vennero importate ed allevate per essere rilasciate nelle vaste aree australiane. Tra queste alcune sono riuscite a diffondersi con grande successo come gli stercorari Digitonthophagus gazella ed Euoniticellus intermedius ripristinando l'equilibrio perduto.

1)Quando gli scarabei scavano portando lo sterco nei tunnel fertilizzano il suolo e creano buchi e gallerie che permettono all'acqua di penetrare nel terreno quando piove.

2)Lo smaltimento dello sterco riduce il numero di mosche infestanti interrompendone il ciclo riproduttivo.

3)Per ogni litro di sterco sotterrato, un litro di sottosuolo viene riportato in superficie rimescolando i nutrienti della terra. L’azoto e il fosforo presente nel letame bovino con l’infossamento sono incorporati nel terreno anziché disperdersi velocemente nell’aria.

4)Quando gli scarabei hanno poi compiuto la metamorfosi e se ne vanno dopo circa tre o quattro settimane, i lombrichi scendono lungo i tunnel abbandonati nutrendosi di terra e residui di escrementi liberando a loro volta nel suolo i  coproliti* ricchissimi di minerali che sostituiscono egregiamente i fertilizzanti chimici.

Glossario

Amuleto/ portafortuna, oggetto ritenuto capace di proteggere da mali e pericoli
Coproliti/ escrementi disseccati (dal greco kopros= sterco e lithos= pietra)
Habitat/ ambiente in cui una un animale (o una pianta) vive
Larva/ stadio iniziale dello sviluppo di alcuni insetti
Masso/ grande sasso
Metamorfosi/ trasformazione
Mitologia/
raccolta e studio dei miti (narrazioni fantastiche) appartenenti alla cultura religiosa degli antichi greci
Piriforme/
a forma di pera
Progenie/
prole, figli
Pupa/ stadio intermedio dello sviluppo di alcuni insetti in cui le funzioni vitali sono molto rallentate
Stanziale/ che abita in modo permanente in un luogo
Steatite/ tipo di roccia simile alla giada, conosciuta anche come pietra saponaria